19 febbraio 2010
Il caso scoppiato a seguito dell’assassinio dell’alto funzionario di Hamas, Mahmoud al-Mabhouh, a Dubai sembra ingigantirsi di giorno in giorno; mentre il capo della polizia dell’Emirato ha affermato che l’Interpol dovrebbe emettere un mandato di cattura internazionale contro il capo del Mossad (il servizio di intelligence israeliana), i dettagli emersi dalle indagini rischiano anche di raffreddare i rapporti fra Tel Aviv e Londra. L’articolo qui proposto ricostruisce gli sviluppi del caso fino a mercoledì 17 febbraio, quando esso ha cominciato ad assumere proporzioni internazionali
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La morte violenta di Mahmoud al-Mabhouh avvenuta in un lussuoso hotel di Dubai è stata un altro capitolo della lunga e sanguinosa storia politica del Medio Oriente.
Ma l’uccisione del militante palestinese lo scorso mese ha provocato nei giorni scorsi una furiosa polemica internazionale in seguito sia alla diffusione di immagini eccezionali delle telecamere a circuito chiuso che mostravano i momenti antecedenti al misterioso assassinio dell’esponente di Hamas, sia alla smentita di Londra e Dublino che i presunti killer fossero di nazionalità britannica o irlandese.
Lunedì scorso le autorità di Dubai hanno affermato che 6 degli assassini erano entrati negli Emirati Arabi Uniti per compiere la loro missione segreta con passaporti del Regno Unito, mentre gli altri avevano usato documenti di viaggio irlandesi, francesi o tedeschi (la lista dei sospetti attualmente è salita a 18 (N.d.T.) ).
Ma pochi giorni fa il governo britannico ha dichiarato di ritenere che i 6 passaporti inglesi, identificati da alcuni funzionari nell’Emirato del Golfo come quelli usati per compiere l’omicidio, erano "falsi". I 3 passaporti irlandesi sono stati liquidati dai responsabili di Dublino come delle contraffazioni.
Dal momento che Israele ha rifiutato di rilasciare qualsiasi commento sulle speculazioni – avanzate anche da Hamas – che sostengono che l’operazione sia stata eseguita dal Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, l’ambasciata del Regno Unito a Tel Aviv ha annunciato che è stata avviata un’indagine britannica.
Almeno due persone munite di passaporto britannico residenti in Israele, che hanno nomi uguali a quelli utilizzati dai sospetti assassini, hanno espresso preoccupazione riguardo all’evidente appropriazione delle loro identità da parte dei sospettati. Martedì scorso, Paul Keeley ha dichiarato all’Independent: "io non so come il mio nome possa essere stato utilizzato, e questa è una domanda alla quale vorrei trovare una risposta".
Le riprese video registrate all’albergo a cinque stelle "al-Bustan Rotana Hotel" ritraggono Mabhouh, 49 anni, mentre arriva da solo. I killer, travestiti da turisti sportivi, sono quindi giunti sul posto e lo hanno seguito, perfino salendo nello stesso ascensore di Mabhouh per identificare il numero della sua stanza. Essi sono tornati più tardi e hanno aspettato la vittima che è stata poi soffocata, probabilmente dopo aver subito elettroshock e torture.
I killer hanno trascorso meno di 19 ore a Dubai. Sono arrivati su voli separati, hanno pagato l’albergo in contati e preso stanze il più vicino possibile a quella di Mabhouh. "Gail Folliard", l’unica donna, ha giocato un ruolo fondamentale nell’operazione di sorveglianza. Nella foto del suo passaporto è bionda, ma nelle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso che la ritraggono mentre osserva Mabhouh nella hall dell’albergo, facendo finta di parlare al telefono, indossa una parrucca scura. I 5 uomini che hanno eseguito l’omicidio avevano con sé borse sportive e racchette da tennis. Sono stati visti entrare insieme nell’ascensore per salire ad aspettare il funzionario di Hamas nella stanza 230.
Il Mossad ha una lunga storia di uso di passaporti stranieri per eseguire operazioni all’estero. Nel 1997, una squadra di sicari usò passaporti canadesi per un fallito attentato contro un leader di Hamas, Khaled Meshaal (l’attuale capo dell’ufficio politico del movimento (N.d.T.) ), in Giordania.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno richiesto aiuto internazionale nell’indagine sull’omicidio. Il capo della polizia degli Emirati, Dahi Khalfan Tamim, non ha accusato direttamente il Mossad, ma ha dichiarato: "I leader di certi paesi hanno dato ordini ai loro agenti dell’intelligence per eseguire l’omicidio" (un’accusa più diretta è arrivata ieri, quando Tamim ha chiesto un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo del Mossad qualora fosse dimostrato, come da lui ritenuto probabile, che il servizio di intelligence israeliano è responsabile dell’assassinio (N.d.T.) ).
Mabhouh era ricercato in Israele per il suo coinvolgimento nel rapimento e nell’uccisione di due soldati in libera uscita nel 1989. Alcuni funzionari a Tel Aviv sostengono che Mabhouh si trovava a Dubai diretto in Iran per ottenere armi. Ma l’aspro antagonismo tra Hamas e la sua fazione palestinese rivale, Fatah, potrebbe aver contribuito anch’essa alla morte di Mabhouh. Due palestinesi sono stati arrestati in Giordania perché collegati all’assassinio.
Si ritiene che la dichiarazione di martedì dell’ambasciata britannica sia stata rilasciata sulla base del fatto che le firme e le fotografie non corrispondevano in nessuno dei passaporti emessi dal Foreign and Commonwealth Office (FCO). Gli altri nomi dei cittadini "britannici" citati da Dubai nel complotto erano Michael Lawrence Barney, James Leonard Clarke, Jonathan Louis Graham, Paul John Keeley e Stephen Daniel Hodes. L’FCO e Scotland Yard stanno cercando di rintracciare questi individui.
Il Dipartimento degli Affari Esteri irlandese ha dichiarato di non avere nessuna documentazione di alcun passaporto che sia stato emesso a nome di Gail Folliard, Evan Dennings e Kevin Daveron. Le autorità francesi e tedesche hanno detto che anche i passaporti di un certo "Peter Elvinger" e "Michael Boenheimer" erano stati contraffatti.
Il signor Keeley, un espatriato originario di Havering – nei sobborghi di Londra – ha detto di trovarsi in uno stato di "confusione" da quando ha sentito che il suo nome era spuntato fuori dal caso di Dubai. "È come essere in una specie di sogno ad occhi aperti. È un po’ strano. Non sono andato all’estero per due anni".
Il signor Keeley, che possiede sia il passaporto inglese che quello israeliano e dice di non averli mai persi, ha dichiarato: "L’ultima volta che sono stato fuori dal paese è stato per un paio di giorni in Turchia". Keeley, che vive a sud di Haifa, ha detto che non è stato contattato da nessuna delle autorità britanniche o israeliane, e ha aggiunto: "Vorrei delle risposte ma davvero non so a chi telefonare".
Ha detto di non avere opinioni riguardo all’operazione in sé, spiegando: "Non sono il tipo di persona che segue la politica".
L’altro cittadino britannico "incastrato" è Melvyn Adam Mildiner, che vive vicino Gerusalemme. Ha detto: "Sono andato a dormire con una polmonite e mi sono svegliato da omicida. Non so assolutamente come fare a riabilitare il mio nome. Non so chi lo abbia scelto né perché. Sono arrabbiato, irritato e spaventato".
Siccome la foto fornita dalla polizia di Dubai non coincide con la sua, il signor Mildiner ha aggiunto: "Non sono io, il che è un motivo di speranza nell’intera faccenda perché almeno posso mostrarla e dire, 'Guardate, non sono io. Io ho il mio passaporto’. È in casa mia, insieme a tutti i passaporti di ogni membro della mia famiglia, e non ha timbri di Dubai perché non ci sono mai andato a Dubai".
Il capo della polizia di Dubai ha detto di essere rimasto perplesso dalla mancanza di sicurezza intorno a Mabhouh. "Hamas non ci ha detto chi era. Se ne andava in giro da solo. Se si trattava di un leader così importante, perché non aveva persone che lo scortavano?", ha detto.
L’omicidio ha dominato i media israeliani, dove alcuni commentatori hanno espresso ammirazione per l’operazione, così come hanno fatto notare che l’onnipresente diffusione delle telecamere a circuito chiuso e l’accessibilità istantanea ai dati informatici ha reso significativamente più difficili simili operazioni. "Di questi tempi – ha detto alla Reuters Gad Shimron, un ex ufficiale superiore del Mossad – qualsiasi guardia di frontiera ha un accesso quasi immediato ai database internazionali tramite i quali può identificare i documenti. Ciò significa che i passaporti utilizzati dalle spie devono essere il più possibile simili a quelli veri".
Kim Sengupta e Donald Macintyre
Versione originale: The moment Mossad agents got their man?
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